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🌱Uno studio condotto in Italia ha confermato che il canapulo, la componente legnosa dello stelo della canapa, è in grado di bonificare il cromo esavalente. Questo inquinante è noto per la sua elevata tossicità e pericolosità per la salute umana. La ricerca apre nuove prospettive nell’utilizzo di materiali naturali per il risanamento ambientale.
👉🏻La canapa si sta affermando come una risorsa preziosa per la protezione ambientale, grazie alle sue molteplici applicazioni ecologiche. Tra le sue proprietà più promettenti spicca la capacità di decontaminare i suoli.
Numerose ricerche e prove sul campo hanno dimostrato l’efficacia della canapa nel rimuovere i metalli pesanti dal terreno. Questa caratteristica la rende uno strumento naturale e sostenibile per la bonifica di aree inquinate.
🌱La contaminazione causata dal Keu, scarto derivante dalla lavorazione dei residui dell’industria conciaria, rappresenta uno dei capitoli più oscuri nella cronaca ambientale toscana. Questa vicenda ha dato origine a un’indagine giudiziaria e ha portato all’apertura di un procedimento legale, evidenziando la gravità della situazione e le sue ripercussioni sul territorio regionale.
👉🏻Il Keu diventa pericoloso per la salute umana quando esposto a condizioni ambientali comuni, come l’aria e l’umidità. In queste circostanze, rilascia cromo esavalente, una sostanza nota per le sue proprietà tossiche e cancerogene, rappresentando così un serio rischio per l’ecosistema e la popolazione.
🔎POTENZIALE DEL CANAPULO NELLA NEUTRALIZZAZIONE DEL CROMO ESAVALENTE
Ricerche sperimentali, condotte sia in ambiente controllato che in situazioni reali, hanno evidenziato un’eccezionale efficacia del canapulo nel contrastare il cromo esavalente. I risultati mostrano che questo materiale derivato dalla canapa è in grado di neutralizzare quasi completamente la forma tossica del cromo, con un’efficienza prossima al 100%.
👉🏻Riccardo Petrini del Dipartimento Scienze della Terra dell’Università di Pisa ha confermato che:
“I risultati sono stati incoraggianti, anche estendendo le applicazioni ad acque naturali contenenti cromo esavalente e di composizione chimica complessa”.
🌱Riguardo agli studi ancora in fase di sviluppo, il professor Petrini ha evidenziato la necessità di coinvolgere un team di ricerca più ampio. Questo permetterebbe di “approfondire i meccanismi sottostanti ai fenomeni osservati”. Nel frattempo, a tutela di questa promettente linea di ricerca, è stata avviata la procedura per la registrazione di un brevetto. Il titolo proposto per questa innovazione è: “Metodo per rimuovere cromo esavalente da acque e terreni contaminati”.