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🇮🇹Mentre in Italia si dibatte il nuovo codice “tolleranza zero”, che contempla il ritiro immediato della patente per chi consuma, una recente ricerca ha dimostrato che le prestazioni di guida dei pazienti che utilizzano cannabis per scopi terapeutici subiscono pochi cambiamenti.
🌱Secondo quanto scoperto dai ricercatori dell’Università di Swinburne in Australia, l’assunzione di prodotti contenenti cannabinoidi prescritti non ha mostrato evidenze significative di compromissione delle capacità di guida. Scopriamo ora più dettagliatamente queste conclusioni.
🚗Il lavoro pubblicato sul Journal of Psychopharmacology ha analizzato gli effetti della cannabis sulla guida simulata, coinvolgendo 40 pazienti di età compresa tra i 22 e gli 80 anni. Ma come è stato condotto lo studio?
🚗🚗Grazie al simulatore di guida Forum8, le prestazioni di guida dei partecipanti sono state valutate in tre momenti distinti: prima dell’assunzione della cannabis medica, due ore e mezza dopo l’assunzione, e infine cinque ore dopo l’assunzione.
🌱Infatti, dopo aver completato una valutazione iniziale della guida, ai pazienti è stato chiesto di consumare la loro terapia a base di cannabinoidi, che poteva essere costituita sia da oli che da fiori.
👨🏻⚕️Sono stati presi in considerazione diversi parametri: la deviazione standard della posizione laterale, la deviazione standard della velocità, la velocità media e la variabilità dello sterzo. Inoltre, è stato valutato anche lo sforzo percepito alla guida dopo ciascun test.
😊Non ci sono state incertezze:
i risultati dello studio hanno indicato chiaramente che non è stata rilevata “nessuna evidenza di compromissione delle capacità con nessuno dei due metodi di assunzione”.
💚La velocità stabile registrata ha indicato una “leggera ma continua stabilizzazione del controllo del veicolo”. Al contrario, l’aumento della velocità media cinque ore dopo l’assunzione è stato interpretato come una “maggiore precisione nel rispettare il limite di velocità assegnato”.